Cronaca

Catturato un "pezzo grosso" dello spaccio di droga in Riviera

I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, guidati dal luogotenente Gino Lifrieri e al comando del capitano Filippo Cini, hanno assicurato alla giustizia un "pezzo grosso"

Decapitata dai Carabinieri della Compagnia di Meldola una cellula attiva nel rifornimento e nello spaccio di sostanze stupefacenti non solo nel Forlivese, ma anche in Riviera. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, guidati dal luogotenente Gino Lifrieri e al comando del capitano Filippo Cini, hanno assicurato alla giustizia un "pezzo grosso", capace, secondo gli investigatori, di gestire un commercio che movimentava settimanalmente circa 30 chili di droga. Si sono spalancate le porte della casa circondariale di Forlì per un 33enne marocchino, non in regola col permesso di soggiorno, già finito in carcere altre quattro volte per simili precedenti. L'extracomunitario si è trincerato nel silenzio nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Luisa Del Bianco. Gli uomini dell'Arma hanno arrestato anche un "fiancheggiatore": si tratta di un incensurato cervese di 52 anni, ora detenuto a Port'Aurea. Complessivamente, nel corso dell'attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore Sara Posa, sono stati sequestrati 4,5 chili di hashish in panetti e ovuli e 4mila euro.

continua nella pagina successiva =====> LE INDAGINI

LE INDAGINI - Le indagini dei Carabinieri meldolesi sono partite dall'arresto avvenuto a Forlimpopoli di un pusher cesenate, che ha permesso agli inquirenti di individuare il fornitore con circa 5 chili di sostanze stupefacenti (a sua volta arrestato ed ora in carcere). Gli uomini dell'Arma hanno risalito il vertice della "piramide", individuando in un marocchino di 33 anni, già arrestato nel 2015 dai Carabinieri della Compagnia di Cesenatico dopo esser stato trovato con 15 chili di hashish, il responsabile del movimento della droga,. Nonostante l'obbligo di firma al comando di Santarcangelo, indicato come comune di residenza, l'extracomunitario ha proseguito a commerciare la droga tra il Forlivese e la Riviera, avvalendosi di "galoppini".

INSEGUIMENTO - A fine febbraio è stato individuato in un'area incolta, a Sala di Cesenatico, il nascondiglio della droga, riposta tra i rovi al riparo dalle intemperie. I servizi di pedinamento hanno consentito di cogliere il 33enne mentre si stava recando a ritirare parte della roba. Nella circostanza gli uomini dell'Arma hanno tentato di bloccarlo, ma l'extracomunitario ha prima cercato di investire un militare e poi ha forzato un posto di blocco, tentando di far perdere le proprie tracce. Ne è nato un prolungato inseguimento fino a Savignano a 130 chilometri orari. Braccato, ha preferito proseguire a piedi, abbandonando la vettura all'interno della quale vi era mezzo chilo di hashish.

continua nella pagina successiva ====> SCALTREZZA

SCALTREZZA - Dall'episodio del 27 febbraio l'extracomunitario ha provato in tutti i modi di depistare gli inquirenti, dimostrando una certa scaltrezza nei movimenti. La "volpe" si muoveva principalmente di notte, trovando più ospitalità tra il ravennate e il cesenaticense. E ogni qualvolta che si sentiva braccato il 33enne era abile a scomparire. La svolta è arrivata pochi giorni fa, quando i Carabinieri hanno individuato in un casolare nelle campagne di Castiglione di Cervia uno dei suoi rifugi. A "fiancheggiarlo" vi era un incensurato di 52 anni, che, secondo quanto appurato dagli investigatori, faceva anche da spalla nei movimenti dello spacciatore.

LA SVOLTA - Giovedì sera il 52enne è stato pedinato fino a Cervia, dove si è fermato in Piazzale Andrea Costa. Dopo alcuni minuti il cervese è tornato in auto per allontanarsi. Da lì a breve si è materializzato il marocchino. Alla vista dei militari, ha cercato di dileguarsi tra le auto parcheggiate e gli avventori dei locali. Ma questa volta la fuga è stata neutralizzata malgrado abbia tentato di mordere la mano di un carabiniere. Con se aveva quattro cellulari e 4mila euro in plichi sigillati, nascosti nei calzini e nel portafogli. In tasca aveva anche uno spray urticante. Accompagnato al comando di Meldola, è stato fotosegnalato perchè privo di documenti. Quindi si è trincerato nel silenzio, senza collaborare con gli investigatori. Contemporaneamente è stato arrestato anche il 52enne. La perquisizione, durata un paio d'ore nel casolare di campagna, ha permesso di recuperatein una rimessa adiacente al casolare 1,3 chili di hashish, nascosti in un camino sotto la cenere.

CARCERE - Sul capo del marocchino pendevano ben due mandati di cattura: uno della Corte d'Appello di Bologna ed uno del Tribunale di Forlì. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Del Bianco si è trincerato nel silenzio. Ora è in carcere a disposizione della magistratura. E' invece detenuto a Port'Aurea, a disposizione del sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, il 52enne, accusato di favoreggiamento e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo gli investigatori è stata decapitata una cellula attività nello spaccio e rifornimento di droga in Romagna. Un'operazione che ha un collegamento con l'operazione antidroga dello scorso settembre, quando i Carabinieri della Compagnia di Cesenatico arrestarono a Savignano quattro persone, tra cui il braccio destro del marocchino, e il recupero di quasi cinque chili di hashish in ovuli.


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