Cronaca

Viaggio nel sottopasso di via Oberdan: un vero e proprio tunnel dell'orrore

Un sottopasso che da anni è in queste condizioni e i residenti spesso hanno sollevato il problema nei confronti delle autorità perchè lo risanassero o lo chiudessero, ma nulla è stato fatto

Un vero e proprio tunnel dell'orrore il sottopassaggio pedonale di viale G. Oberdan a Cesena in prossimità della rotonda San Pietro. Basta scendere le brutte, rotte e sporche scalette per trovarsi in un budello puzzolente, con le pareti vergate da scritte oscene e  il pavimento sollevato e sconnesso su cui è molto difficile se non  pericoloso camminare. Inoltre un greve puzzo d'orina aleggia su tutto a rendere ancora di più ostile e invivibile il luogo. Un sottopasso che da anni è in queste condizioni e i residenti spesso hanno sollevato il problema nei confronti delle autorità perchè lo risanassero o lo chiudessero, ma nulla è stato fatto. Al momento, è proprio il caso di dirlo, è poco utilizzato se non necessità fisiologiche. Eppure la sua utilità sarebbe notevole in quanto sorge in un quartiere popoloso dove ci sono alcune scuole per non parlare della vicinanza con lo stadio Manuzzi.

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LA STORIA - A raso, proprio sopra, vi è anche un altro passaggio pedonale regolato dal semaforo, tuttavia quel tratto di viale è molto alberato e succede che durante i mesi primaverili ed estivi il denso fogliame con la sua ombra copra la segnaletica luminosa costringendo le auto a fare brusche frenate per evitare di investire qualcuno, pertanto attraversare in sotterranea sarebbe l'ideale. Il sottopasso venne costruito alla fine degli anni sessanta dello scorso secolo assieme ad un altro, leggermente più grande, in viale Bovio di fronte alla pasticceria Fagioli per favorire l'attraversamento della via Emilia da parte dei pedoni. Erano gli anni della grande motorizzazione italiana, le strade erano quel che erano e le stesse leggi per regolare il traffico veicolare piuttosto lacunose, basti pensare che in tutto il territorio comunale cesenate vigeva l'obbligo di moderare la velocità a non più di sessanta chilometri l'ora.

In quest'ottica nacquero i due sottopassi costruiti con i criteri di allora senza badare alle barriere architettoniche e pertanto non fruibili da parte di quelli che avevano più bisogno di essere salvaguardati. Ben presto vennero abbandonati al loro destino, sostituiti da passaggi pedonali a raso, strisce pedonali, dissuasori di velocità. Ora restano come archeologia veicolare di un passato ormai “passato” e mentre quello di viale Bovio è ancora in condizioni decenti seppure molto lontane da essere ottimali, quello di viale Oberdan è decisamente fuori luogo e non degno di una città come Cesena.

Piero Pasini


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