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Anna Tonelli presenta il saggio sulla scuola politica di Frattocchie

C’erano una volta le scuole di partito, quelle dove i futuri dirigenti si formavano con rigorosi programmi di studi. In una società che corre sempre più veloce, in cui la formazione e la selezione della classe politica sembrano passare esclusivamente per la fibra, vale la pena ragionare sugli esempi del passato.

Parte da questa riflessione il primo appuntamento della rassegna “Storia e Storie” curata dal Comitato Scientifico della Biblioteca Malatestiana per intercettare gli esiti editoriali più interessanti della produzione storica recente: venerdì 30 marzo alle 17.00 in Aula Magna ne parlerà la storica Anna Tonelli, docente ordinaria di storia contemporanea all’Università di Urbino, presentando il suo libro “A scuola di politica. Il modello comunista di Frattocchie (1944-1993)”, appena uscito per i tipi di Laterza. Accanto a lei ci saranno il direttore dell'Istituto storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Forlì-Cesena Carlo De Maria e lo storico Massimo Lodovici.

In questo libro, Anna Tonelli ricostruisce per la prima volta la storia della più celebre scuola di politica esistita in Italia, quella di Frattocchie: attiva dal 1944 al 1993, ha offerto una formazione politica e culturale alla classe dirigente del Partito comunista italiano.

L’autrice ne indaga i meccanismi di reclutamento (chi furono gli alunni delle scuole, da dove provenivano, com’erano scelti), la formazione politica e ideologica (come si studiava, su che cosa, chi insegnava e in che modo), la vita collettiva (la mensa, le ‘brigate di studio’, le discussioni, le attività ludiche), la valutazione e i risultati (le pagelle, gli esami).

“A scuola di politica” è una ricognizione storica in cui emerge come l’educazione alla politica abbia rappresentato una pedagogia vera e propria in grado di intrecciare tutti gli aspetti della vita individuale e collettiva: la capacità di stare insieme, l’elevamento ideologico, lo spirito di gruppo, l’affezione alla fede rossa, la disciplina e la moralità. Senza trascurare naturalmente i metodi e i criteri, all’inizio di duro stampo staliniano, per la formazione dei quadri dirigenti.


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