Eventi

Il Festival "Scatti, leggere la fotografia" arriva a Cesena, nella suggestiva e inedita cornice di Cortile delle Palme

"Scatti, leggere la fotografia", arriva a Cesena  con l'edizione 2021 , il  26, 27 e 28 agosto nella location del Cortile delle Palme.  Una rassegna, tra incontri, fotografie, artisti e storie. Nomi dal mondo di arte, spettacolo e cultura mettono il loro lavoro in dialogo con il mondo dell’immagine fotografica in un luogo nascosto che fa parte della città Cesena e che diventa un paesaggio differente.  Un progetto di rassegna, installazione e spettacolo dal vivo di: Indocile Collettivo (Giacomo Garaffoni, Michele Ambroni, Sofia Rossi)

Che cos’è Scatti? Questo piccolo festival si svolgerà nell’inedita location di Cortile delle Palme a Cesena il 26, 27 e 28 agosto e sarà interamente a ingresso libero. Un modo nuovo di abitare il territorio attraverso l’immagine fotografica e le narrazioni che apre. Un progetto installativo che porta una luce nuova ad un piccolo spazio nascosto contaminando la sua natura con la pratica artistica. Durante le serate, tra uno spettacolo e l’altro, sarà possibile per il pubblico cenare in loco e abitare lo spazio in questa sua versione inedita.

 Indocile Collettivo è un progetto di Giacomo Garaffoni (autore e regista teatrale, di recente premiato come miglior nuovo autore italiano alla Biennale di Venezia) Michele Ambroni (artista visivo, docente di fotografia e responsabile di dipartimento all’Accademia di Belle Arti di Rimini) e Sofia Rossi (Scenografa e artista visiva)

“Tra poche ore – commentano Giacomo Garaffoni, Michele Ambroni, Sofia Rossi – i riflettori si accenderanno su ‘scAtti’, un piccolo e strano ibrido, che parla di fotografia raccontandola, mostrandola di sfuggita, così come sfugge agli occhi di chi la fa. Un festival che espone le incursioni performative e le forme più diverse dell’immagine d’autore attraverso contaminazioni con il teatro, la musica, la performing art, la scultura e la narrazione. Noi di Indocile non siamo direttori artistici, per questo consideriamo questo evento come una parte della nostra ricerca che una volta di più punta a rigenerare, attraverso la pratica artistica e culturale, uno spazio (forse nascosto) all’esperienza e alla memoria dei cittadini. Ogni artista coinvolto esprimerà un punto di vista diverso sul mondo dell’immagine, a volte dolce, a volte grottesco, altre volte commovente o magari soltanto sognante. Un progetto pensato per la sostenibilità e la riduzione di spreco, possibile soltanto grazie al sostegno di Cesena Riparte, dell’Assessorato alla Cultura e  dell’Amministrazione comunale, oltre naturalmente ai nostri sponsor”.

Calendario Eventi

giovedì 26 agosto

h19:00 - Marco Cavalcoli, Giacomo Garaffoni 'Riscrivere l’immagine attraverso la scena' (talk - Teatro, performance)

h 19:45 - Silvia Camporesi - Ricostruire lo sguardo (talk - arti visive)

Laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano. Dal 2004 tiene personali in Italia e all’estero. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; Mart – Museo d’Arte Contemporanea di Rovereto (Tn); Gruppo BNL, Milano.

h 21:30 Him (Spettacolo teatrale) di Fanny & Alexander, con: Marco Cavalcoli

Fanny & Alexander è una bottega d'arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi de Angelis e Chiara Lagani. Dalla contaminazione dei linguaggi – teatro, arti visive, letteratura, musica – la Compagnia crea spettacoli, live-performance, opere liriche e installazioni intessendo reti interdisciplinari, innescando interazioni di forme e contenuti classici con la sperimentazione e le nuove tecnologie. Tra le recenti produzioni ci sono Storia di un'amicizia, versione teatrale de L'amica geniale di Elena Ferrante, e Se questo è Levi – premio Speciale UBU 2019, reenactment di Primo Levi attraverso la tecnica dell'eterodirezione di cui Fanny & Alexander è pioniera. Nel 2021 debutta Sylvie e Bruno, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Lewis Carroll nella traduzione di Chiara Lagani per Einaudi. Nei 30 anni di carriera, Fanny & Alexander ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui: Premio Giuseppe Bartolucci ('97), Premio Coppola Prati ('97), Premio speciale Ubu (2000), Premio di Produzione TTV (2002), Premio Lo Straniero (2002), Premio Speciale 36mo Festival BITEF di Belgrado (2002), Premio Sfera Opera di Ricerca Cortopotere Anno Tre (2003), Premio Speciale Ubu (2005), Premio dello Spettatore 2010/11 Teatri di Vita, Premio Speciale dedicato all’Innovazione Drammaturgica (2017) nell’ambito del Premio Riccione, Premio speciale Ubu (2019).

Him. Su un grande schermo approntato su palco è proiettato un film su Il Mago di Oz. Al di sotto, al centro della scena, la figura di un piccolo dittatore-direttore d’orchestra, ossessionato dal film, del quale esegue senza tregua il doppiaggio, arrogandosi tutti i ruoli e, di più, l’intera parte audio: voci, musiche, suoni e rumori. La comicità scaturisce proprio dall’impossibilità di poter doppiare effettivamente tutto e quindi dalla necessità di selezionare, volta a volta, le parti e i punti a cui dare voce. E‘ come se il piccolo dittatore-direttore fosse „parlato“ dal film. Egli adatta ai propri toni una differente modalità per ognuno dei personaggi e degli eventi del film, in un’esilarante miscela performativa che da un lato esalta il susseguirsi della narrazione del film, dei colpi di scena, delle battute, mentre dall’altro vi aggiunge la vitalità che è caratteristica dei modi e dei ritmi propri del teatro.

Venerdì 27 agosto

h19:00 - Giulia Marchi - 'Rigorosamente una linea' (talk - arti visive)

Classe 1976, ha una formazione artistica di forte impronta letteraria che l’ha portata ad una espressività che spesso si connota di narrazione, anche quando la forma scelta (spesso la fotografia, ma non solo la fotografia) non rende così immediata la lettura, ma rimanda a successivi accostamenti, come codici che prima ancora di essere decifrati si lasciano interpretare da una sorta di fascinazione, sia per il sapiente uso dei materiali che per la comunicatività dell’immagine, spesso ingannevole alla prima osservazione, ma ugualmente riconducibile alla poetica dell’artista. È rappresentata da Matèria a Roma e Labs Arte Contemporanea a Bologna. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni pubbliche internazionali, istituti e centri di ricerca.

h 21:30 - La mattina e un po’ di piccole notti (performance) di Rino Daidoji

Tokyo 1982, attrice e performer del gruppo teatrale giapponese FAIFAI dal 2005. Dal 2014 ha cominciato a creare spettacoli come artista indipendente, presentando lo spettacolo “Socialstrip” a Tokyo, Yokohama, Hong Kong, Pechino e Bangkok. Dal 2015 vive in Italia e nel 2016 ha creato, tra Cesena e Yokohama, lo spettacolo “This is a great great Autumn” e “Me to Te” presentato a Fabbrica Europa, Firenze. I suoi lavori nascono da racconti biografici o episodi accaduti realmente, intrecciati poi a storie immaginarie e situazioni surreali.

La mattina e un po’ di piccole notti. "Quando sono diventata mamma qui in Italia, ero molto molto contenta ma ero molto preoccupata perché non avevo idea di come insegnare e tramandare tutte le cose del Giappone a mia figlia essendo qui da sola. (Io sono una giapponese, ma anche io non conosco TUTTE LE COSE del Giappone; infatti non posso neanche preparare bene il sushi!). Quindi ho cominciato ha cantare le canzoncine giapponesi per lei, dalla mattina alla notte, con i piccoli passi. Questa storia intitolata “La mattina e un po’ di piccole notti” è una storia di me e delle canzoncine che cantavo a mia figlia Asa e cantate da me sempre alla mattina e la notte. Questo nome, Asa, significa “la mattina” in giapponese", racconta l'attrice e performer.

Sabato 28 agosto

h19:00 - Giuseppe De Mattia - Ai limiti dell’immagine (talk - arti visive)

Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) è un artista che utilizza diversi strumenti per indagare sul rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità. Comincia con la fotografia per poi spostarsi al video e all’audio fino ad arrivare al disegno nelle ultime opere. Per i suoi lavori, che prendono sempre forme installative diverse, utilizza supporti e strumenti (spesso auto-costruiti) che possano compiere narrazioni. Lavora da solo o in collettivi come Coclite/De Mattia e Casa a Mare (con Luca Coclite e Claudio Musso). Collabora con Home Movies - Archivio Nazionale del film di Famiglia e ha collaborato con la Cineteca di Bologna. È rappresentato dalla galleria Matèria di Roma e da Labs Contemporary Art di Bologna. Pubblica con Corraini Edizioni, Danilo Montanari Editore e Skinnerboox.

h 21:30 - Cemento Atlantico (Music - Live Set)

Cemento Atlantico è il primo progetto discografico del producer e DJ romagnolo Alessandro “ToffoloMuzik” Zoffoli, ideato tra il 2020 e il 2021, in un silenzio orfano del peregrinare e delle condivisioni sociali, a causa del lockdown dovuto alla pandemia da Covid 19. L'album d'esordio Rotte Interrotte, in uscita in vinile, CD e su tutte le piattaforme digitali dal 29 luglio 2021 per Bronson Recordings, nasce dall'esigenza di tradurre in musica le esperienze di viaggio vissute da Zoffoli negli ultimi anni: Marocco, Vietnam, Perù, Cambogia, Colombia, India, Guatemala, Myanmar. Ai confini del mondo.

Tema dell’edizione 2021

"In questo frammento di provenienza anomala e forse terza rispetto al focus della rassegna troviamo un carattere profondamente tracciante, in un momento in cui il mondo dell’immagine è sempre più vittima del tempo presente e di un flusso anti generativo ci chiediamo se sia ancora possibile appiccare un incendio o se come nomadi, ci apprestiamo ad abbandonare la cenere, lasciandola centro del solo tempo passato. Cerchiamo le tracce dell’immagine e del cambiamento che attraversa tra forme espressive altre, a cui chiediamo una tensione verso il dispositivo fotografico, un tentativo di stressare il nostro archivio culturale comune fino alla scintilla, fino al fuoco. Sull'allestimento il nostro primo obiettivo è quello di creare un luogo in cui il rapporto tra spettatore e natura risulti estremamente concreto. Abbiamo abbandonato la vecchia e invasiva idea di rastrelliere di sedie di plastica che invadono uno spazio per trasformarlo. Allestiremo questo luogo così vicino eppure così distante dal centro storico con stuoini disposti a terra, fiori, elementi in legno e costruiremo con la luce e con le immagini l’atmosfera del festival. Il chiostro accoglierà il pubblico e il pubblico accoglierà il chiostro. Un ritorno al suolo per un un dialogo reale con l’ambiente. Un primo tentativo di aumentare la sostenibilità dello spazio della cultura e dello spettacolo. Crediamo sia giusto abbandonare comportamenti produttivi da coloni, e tornare spettatori e testimoni di un sistema più complesso, delicato e meritevole di rispetto", spiegano gli organizzatori.


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