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Flavio Insinna in scena a Savignano con “La macchina della felicità”

Dopo l’esordio dedicato alla nuova drammaturgia europea con Cock di Mike Bartlett interpretato da Fabrizio Falco, il Teatro Moderno di Savignano sul Rubicone riprende la programmazione con la sorprendente performance di uno dei volti più popolari dello spettacolo italiano.

Sabato 20 febbraio (ore 21) Flavio Insinna porta in scena La macchina della felicità, funambolico viaggio di musica e parole ispirato al suo omonimo romanzo edito da Mondadori. Sul palco anche La Sua Piccola Orchestra, formazione diretta dal pianista Angelo Nigro, con Vincenzo Presta al sax, Giuseppe Venezia al contrabbasso, Saverio Petruzzellis alla batteria e con la cantante Letizia Liberati.

Conduttore di Rai Uno dai grandi ascolti, Insinna è un attore versatile formatosi alla scuola di Gigi Proietti e con trent’anni di esperienza alle spalle tra cinema e teatro. Di recente si è rivelato anche romanziere di classe con il best seller Neanche con un morso all’orecchio (2012) e La macchina della felicità (2014), fiaba romantica e piena di ironia che ha conquistato subito i lettori. L’evento in scena a Savignano nasce da quel romanzo e dalle avventure dei suoi protagonisti: Vittorio, dipendente di casinò tormentato da un’insonnia senza fine, e Laura, cassiera di cinema con il sogno di aprire un chiosco di granite in Polinesia. Ma Insinna non si limita a dare voce ai personaggi. La sua è una performance originalissima in cui testo e canzoni si incrociano e il pubblico interagisce liberamente con gli artisti in scena.

Questa mescolanza di linguaggi esalta le indiscusse doti da entertainer di Insinna, che interpella gli spettatori, risponde alle loro domande, improvvisa seguendo le suggestioni della serata. L’impressione è quella di una grande festa collettiva. Lui stesso descrive così La macchina della felicità: “Non è uno spettacolo. Non è una presentazione, una lettura, un incontro, un reading, non è una… non è un… Ma allora che cosa è? È… trovato! È la ricreazione. Come a scuola. Suona la campanella e si comincia”. Come passeggeri di un battello impazzito, gli spettatori sono condotti lungo una rotta imprevedibile alla ricerca della felicità dimenticata: “Il patto fra me, i musicisti e i passeggeri è chiaro: far saltare tutti gli schemi, abbandonarsi al piacere del viaggio e scatenarsi… Probabilmente tutto questo non ci renderà felici, ma forse, se saremo fortunati, la felicità, scivolando via leggiadra fra il palco e le poltrone, ci farà un sorriso.”


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