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Il Codice Gratianum e i furti tra i preziosi manoscritti di Malatesta Novello

Geraldina Boni, docente di Diritto all’Università di Bologna, e Roberto Casalini, editore e a suo tempo assessore alla Cultura del Comune di Cesena, domenica 10 dicembre alle ore 10,30 (Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana) guidano il pubblico in un un altro “Viaggio tra i tesori della Malatestiana” organizzato dall’Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana.

Al centro della conferenza un prezioso codice miniato, uno dei manoscritti più preziosi della biblioteca di Pio VII Chiaramonti custodito in Malatestiana, la cui storia comprende anche un clamoroso furto ai danni delle sue pagine: il Codice Gratianun.

 E’ un testo di diritto canonico elaborato dal monaco Graziano nel XII secolo e prodotto nell’ambiente dello Studio bolognese nell’ultimo quarto del XIII secolo. Dal punto di vista artistico, come potranno verificare visivamente i partecipanti alla conferenza, può essere considerato uno dei migliori esempi della miniatura bolognese dell’epoca, per la vivacità delle raffigurazioni, il brillante cromatismo e la particolare struttura compositiva.  Elegante e ricco di splendide miniature, il volume fu mutilato di ben 13 carte miniate, dodici delle quali sono state recuperate nel corso di un'esemplare operazione della Polizia di Stato, dal furto scoperto nel 1983 che riguardò molti altri libri della Piana poi recuperati. Vicenda che darà l’occasione a Roberto Casalini, che all’epoca era assessore alla Cultura del Comune di Cesena,  di fare il punto su un vizio che oggi appare un po’ meno facile: i furti tra i codici antichi della Malatestiana.

Il Decretum Gratiani, è un manoscritto membranaceo, con coperta in cuoio decorata in oro, seta verde e capitello a due colori. L’apparato decorativo comprende una miniatura di grande formato e 350 iniziali miniate di piccole dimensioni e numerose iniziali filigranate. Il codice è stato restaurato sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali, dell’Istituto per i Beni Artistici della Regione, dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana, dell’Unesco, dell’Istituto Centrale Patologia del Libro.


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