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"La storia di Mister promozioni", alla Biblioteca Malatestiana una serata su Fabrizio Castori

Fa la storia il marchigiano Fabrizio Castori, classe 1954, diventato allenatore di calcio per caso a 26 anni dopo aver messo su famiglia e scelto la professione inizialmente da ragioniere, per poi mettersi in proprio nel settore delle calzature. Mirabile esempio di self-made man, è l’unico tecnico italiano ad aver scalato tutti i campionati, conquistando dieci promozioni nel passare dai dilettanti ai professionisti con due avventure in Serie A, sedici in B e otto in C. Se ne parlerà martedì 25 ottobre alle ore 20,45 nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana in occasione della presentazione del libro “Fabrizio Castori. La storia di Mister Promozioni” (Ed. Minerva) di Massimo Boccucci e Simone Paolo Ricci e con la prefazione curata da Arrigo Sacchi. L’incontro, a ingresso libero, sarà moderato dal giornalista Daniele Magnani.

“Un uomo di campo e di rapporti che lo rendono l’umano capace di diventare marziano”  lo descrivono così gli autori. “Dietro le vittorie – proseguono – ci sono la cultura del lavoro, il senso della fatica, l’autostima, la convinzione, la passione. I suoi discorsi negli spogliatoi sono un inno alla semplicità, che sa toccare le corde giuste e più profonde. Per questo, stare con un tecnico unico e irripetibile vuole dire diventare, in fondo, una parte di lui: da qui il termine ‘castorizzati’, ovvero prendere le sembianze del mister e, al contempo, condensato di volontà, determinazione, spirito di sacrificio e voglia di vincere superando i propri limiti”. Tra gli allenatori in attività vanta il maggior numero di panchine in B, nonché il quarto assoluto nella categoria. La sua è una favola che ha lasciato l’impronta nelle città in cui ha vinto, diventando un beniamino della tifoseria: da Tolentino a Lanciano, da Cesena ad Ascoli, da Carpi a Trapani, fino all’ultima impresa con la Salernitana. È conosciuto come l’uomo delle imprese impossibili che diventano possibili. Il calcio di Fabrizio Castori è un calcio di studio, di fatica, di lavoro, di abnegazione.  Si distingue per temperamento e fortissima personalità, mostrandosi come sergente di ferro dal cuore grande che alle squadre dà l’identità e la filosofia di gioco. A Lanciano, tifosi e giornalisti coniano l’espressione “castorizzati” perché la squadra e l’ambiente incarnano il carattere del condottiero. Ha vinto da volontario presso la comunità di San Patrignano, che si occupa di recupero dei tossicodipendenti, quando con Marcello Chianese ha usato il calcio come terapia, diventando testimonial della stessa comunità: la squadra si iscrive al campionato di Terza Categoria e viene promossa in Seconda. Dalle pagine del libro emergono ricordi ed emozioni, come quello degli inizi della carriera, o quello del matrimonio, o ancora quelli dell’infanzia e dell’adolescenza. L’immagine che resta impressa  è quella di un uomo, prima ancora che di un allenatore, che fa della dignità e della tenacia (nello studio e nell’applicazione) i suoi punti di riferimento. Con un’idea che percorre tutte le pagine: la voglia di migliorarsi, sempre e comunque.

“A parte la tattica, a parte la tecnica, a parte la cultura del lavoro, a parte l’enorme passione che mette in quello che fa, il segreto è l’umanità – queste le parole di Arrigo Sacchi che del libro ha curato la prefazione –. Fabrizio è un uomo vero, di una sincerità profonda, e questa qualità è capace di trasmetterla al gruppo di giocatori e di collaboratori che lavora con lui. Non vinci il campionato di Serie B alla guida del Carpi o della Salernitana se non hai un quid in più, qualcosa che ti differenzia dagli altri”.


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