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Lucrezia Lante della Rovere porta in scena la belle époque

A Savignano è di scena la Belle Époque. Sabato 2 aprile (ore 21), il Cinema Teatro Moderno si traveste nel più esclusivo salotto della Parigi di inizio Novecento e ospita Io sono Misia. L’ape regina dei geni, spettacolo che vede impegnata come protagonista Lucrezia Lante della Rovere. Dopo il successo di Malamore, per cui ha vinto il Premio Flaiano come miglior interprete femminile, l’attrice romana continua a dare vita a profili di donne straordinarie e, con la sensibile regia di Francesco Zecca e un testo del poeta Vittorio Cielo, rivela la vita incredibile e la fascinosa personalità di Misia Sert.
Mecenate illuminata, Misia era l’anima di un salotto parigino frequentato da pittori, musicisti, danzatori, scrittori, poeti. A lei dobbiamo la scoperta della stilista più celebre di tutti i tempi, Coco Chanel, e le fortune di tantissimi altri geni del secolo scorso. Conversava amabilmente con Pablo Picasso, Claude Debussy e Paul Morand, fu ritratta da Pierre-Auguste Renoir ed Henri de Toulouse Lautrec, ispirò Jean Cocteau per il personaggio della principessa nel romanzo Thomas l’imposteur e fu definita da Marcel Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l'obelisco di Luxor nell’asse degli Champs-Élysées”. Lo spettacolo, presentato all’ultimo Festival dei due mondi di Spoleto, è liberamente ispirato alle memorie di Misia e alle confidenze di Proust, Stravinskij, Djagilev, Nižinskij, Debussy, Toulouse-Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau. Per noi sono nomi e pezzi di storia, per Misia erano qualcosa di più: “Nelle università la chiamano cultura… Io la chiamavo averli a cena da me”.
 
Lucrezia Lante della Rovere ha debuttato sul grande schermo con Mario Monicelli, che l’ha diretta nel film del 1986 Speriamo che sia femmina. Per il cinema ha lavorato tra gli altri con Mauro Bolognini, Pupi Avati, Vanessa Redgrave, Philippe Noiret, mentre a teatro ha collezionato successi e collaborazioni di prestigio con registi e attori come Luca Ronconi, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi.
 

 


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