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"Thomas More. L'opera ritrovata di William Shakespeare" sbarca a Sarsina

Made Officinacreativa presenta al Plautus Festival domenica 6 agosto, "THOMAS MORE L’opera ritrovata di William Shakespeare"

Adattamento di Giampiero Pizzol e Otello Cenci con Andrea Carabelli - Giampiero Bartolini - Giampiero Pizzol Andrea Soffiantini - Isotta Ravaioli.

La riscoperta di un testo autografo di William Shakespeare, mai rappresentato prima in Italia. Un’opera di eccezionale importanza per meglio comprendere chi fosse realmente il più grande autore di teatro della storia. Chi era davvero William Shakespeare? Dopo quattrocento anni abbiamo finalmente scoperto la verità? Tante sono le informazioni in nostro possesso, ma possiamo dire di conoscere veramente il bardo?
La rivelazione della vera identità di un uomo non traspare attraverso documenti e date, si scopre l’animo dell’uomo attraverso ciò che mangia, chi e che cosa ama, quello che pensa, spera, crede, vive e… naturalmente, scrive!
Shakespeare scrive di suo pugno questa sconosciuta e misteriosa opera dedicata a Thomas More, ma perchè? Con un Amleto o un Enrico, William ha guadagnato bene, con un Thomas More rischia di perdere non solo gli incassi ma la vita. Dunque se un’azione costa tanto, deve valere tanto. Che cosa spinge il bardo a voler mettere in scena una storia tanto recente (accaduta qualche decennio prima) e scomoda (Thomas ci aveva rimesso la testa e altrettanto rischiava William)?
In una notte di prove, discussioni, slanci e rinunce, incontreremo il vero William Shakespeare alle prese con il grande dilemma: Essere o non essere Thomas More?
Dopo l’impresa di Manalive, commedia tratta dal romanzo di G.K. Chesterton, ecco Otello Cenci e Giampiero Pizzol alle prese con un altro autore anglosassone, forse il più grande di tutti: William Shakespeare. E nuovamente fare i conti con un uomo vivo: Thomas More. Il cancelliere inglese conquista il popolo, i nobili e, perfino, William Shakespeare attraverso il suo impegno di filosofo e primo ministro, ma anche attraverso il suo arguto e fantasioso pensiero che lo porta a muoversi sulla scena politica unendo alla fede uno spiccato senso dell’umorismo.
Un grande uomo davanti a cui sorgono naturali, ieri come oggi, grandi domande: è possibile rischiare la vita per un ideale? C’è un punto in cui giustizia e misericordia s’incontrano? Una società giusta è niente più che uno scherzo, un’utopia? E’ possibile vivere la fede con un sano umorismo?
L’opera è tratta dal testo manoscritto di Shakespeare, Munday, Chettle, Dekker, Heywood scritto intorno al 1595-1600 a poco più di qualche decina di anni prima della morte di More avvenuta nel 1535 con l’accusa di alto tradimento per essersi rifiutato di firmare l’Atto di Supremazia di Enrico VIII. Il dramma è stato messo in scena integralmente per la prima ed unica volta solo nel 2005 dalla Royal Shakespeare Company e tradotto e pubblicato in Italia nel 2014 da Lindau.

Note di regia
Uno spazio circoscritto, dove i nostri protagonisti entrano come gladiatori, chiamati a confrontarsi con le armi del teatro.
Una piccola arena, che strizza l’occhio allo storico e celebre Globe, ospita gli scontri, le schermaglie, i personalismi che si alternano tra i quattro protagonisti. Dalla cupa venue dove sono scesi uno ad uno saranno i veri sentimenti ad emergere facendo luce sull’animo di ciascuno.
La cantina e gli oggetti che qui riposano si trasformano agli occhi degli spettatori, piegati dalla fantasia e dalla verve dei commedianti alle prese con interessi e ideali.
Una prova per attori, messi fisicamente alle strette da scenografia e da un testo ricco di tematiche complesse e profonde, come la libertà, il potere, la convivenza. Uno spericolato volo acrobatico condotto da due personaggi ingombranti come William Shakespeare e Thomas More: il signore del teatro e il santo politico. Insieme, in scena, per divertirci dicendoci chi siamo.


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