Segnalazioni

Strade pericolose e bici contromano, un cittadino: "Tolleranza zero. Ma nei confronti di tutti quanti"

Scrivo per replicare alla segnalazione del 18 novembre scorso con la quale la sig.ra automobilista Elisabetta denunciava una generalizzata indisciplina di diversi ciclisti che in Via Cattolica e in Via Ex tiro a segno procedono contromano, lamentando inoltre un diffuso lassismo dei vigili urbani nei confronti di queste ciclo-infrazioni, a fronte di una supposta intransigenza verso "le macchine".

Innanzitutto, vorrei far presente alla signora Elisabetta che ritengo sbagliato suddividere gli utenti della strada in categorie così nette: i ciclisti quando salgono in auto diventano automobilisti; gli automobilisti quando scendono dall'auto diventano pedoni e se salgono in bici diventano a loro volta ciclisti! A infrangere il Codice della strada sono sempre i cittadini, a prescindere dal mezzo che utilizzano.

Inoltre, vorrei far presente alla signora e a tutti i lettori che molti cittadini tendono ad avere una errata percezione dell'entità delle infrazioni e dei conseguenti pericoli: in primo luogo, le infrazioni commesse dagli automobilisti in proporzione sono molto più numerose di quelle commesse dai ciclisti e di quelle effettivamente sanzionate dalle forze di polizia; un esempio illuminante: a Cesena nel 2015 sono state elevate la miseria di 330 multe per guida con il cellulare (neanche una al giorno!), mentre ognuno di noi quotidianamente vede decine di automobilisti intenti a utilizzare il telefono; e probabilmente molti di coloro che stanno leggendo - e, vi assicuro, anche chi sta scrivendo - ogni tanto si macchiano di questa irresponsabile condotta mentre guidano l'auto! Quindi non noto tutta questa intransigenza nei confronti degli automobilisti. In secondo luogo, le infrazioni commesse dagli automobilisti sono di gran lunga più pericolose (distrazioni, eccesso di velocità, mancate precedenze!); non lo dico io, ma lo dicono le statistiche che andrebbero lette con più attenzione e alle quali andrebbe concesso più spazio nelle agende mediatiche di tv e giornali, dove emerge insistentemente che gli unici criminali sono quelli che guidano sotto l'effetto di alcol e droghe e non chi sfreccia ai 90 in una zona residenziale! Dopo anni di decrescita, nel 2015 i dati su incidentalità e mortalità sulle strade sono tristemente tornati a salire e le vittime sono spesso ciclisti e pedoni, che non a caso vengono considerati utenti deboli.

Trovo profondamente irrispettoso che, ogniqualvolta capiti un incidente, l'intransigente opinione pubblica attenda con trepidazione di conoscere l'esatta dinamica e i precisi spostamenti di pedoni e ciclisti per scaricare su di loro tutta la responsabilità ("eh ma col piede sinistro era fuori dalle strisce", "però con la ruota anteriore non era sulla ciclabile") e mai nessuno che si interessi della velocità dell'auto o dell'eventuale distrazione commessa dall'automobilista! Siamo portati sempre e comunque a solidarizzare con il cittadino automobilista…perché al suo posto potevamo esserci noi! Ricordo alla signora Elisabetta e a tutti i lettori che al posto di un ciclista indisciplinato che si macchia dell'orribile delitto di procedere contromano potrebbe esserci il vostro cane che scappa dal giardino o vostro figlio che attraversa la strada senza prestare attenzione! Le zone 30, tipologia di strada in cui rientrano le due vie citate dalla signora, sono quasi sempre aree residenziali dove abitano tanti cittadini, che hanno tutto il diritto di godersi lo spazio pubblico in tutta sicurezza, sia esso un giardino, un marciapiede o una strada residenziale! E se un'auto non rispetta i limiti e procede oltre i 30 (io abito in zona 30 e purtroppo quasi tutte le auto procedono ben oltre i 50!) le probabilità che accada un incidente aumentano a dismisura! Tra l'altro, procedere ai 30 o ai 50 durante uno spostamento cittadino non cambia pressoché nulla in termini di durata considerando code, semafori, stop e precedenze, ma salverebbe la vita a tantissime persone; per un pedone, infatti, l'impatto con un'auto che procede ai 30 è paragonabile a una caduta dal primo piano di un palazzo, mentre l'impatto con un'auto che procede ai 50 è paragonabile a una caduta dal terzo piano, con possibilità di salvarsi sensibilmente ridotte!

Provo dunque a proporre alcune soluzioni per risolvere i problemi di convivenza tra le diverse utenze della strada e per migliorare la mobilità cittadina: la prima sarebbe certamente sensibilizzare tutti i cittadini in merito a questi temi; molti utenti della strada - siano essi pedoni, ciclisti o automobilisti - non conoscono le regole basilari del codice e tantissimi cittadini hanno scarsa percezione dei pericoli, quindi sarebbe necessario che amministrazioni ed enti locali si adoperassero per attivare campagne di sensibilizzazione, non solo nelle scuole ma anche in altri ambiti della vita sociale. Per quanto riguarda le zone 30, per esempio, non è sufficiente predisporre la segnaletica orizzontale e verticale senza coinvolgere la cittadinanza in processi di educazione e sperimentazione!

Inoltre, andrebbero migliorate le infrastrutture adeguandole ai Paesi più all'avanguardia in materia di mobilità urbana, dove la circolazione controsenso delle bici rappresenta da anni una realtà consolidata mentre in Italia il quadro normativa risulta molto più complesso. Basti pensare che un recente parere del Ministero dei Trasporti ammette la guida contromano delle bici nelle zone 30, prevedendo altresì un'adeguata segnaletica; cioè, in definitiva sarebbe sufficiente che il Comune installasse segnaletica orizzontale e verticale creando i cosiddetti "sensi unici eccetto bici" come in Corso Ubaldo Comandini o in Via Tagliamento anziché multare i ciclisti! A tal proposito, aggiungo che le corsie ciclabili contromano sono empiricamente più sicure in quanto si registrano livelli di incidentalità più bassi e infortuni meno gravi. Il ciclista urbano può essere definito come l'acqua: segue il percorso più corto e più facile; e visto che la bici è l'unico mezzo di spostamento che crea un beneficio non solo al ciclista ma all'intera comunità - nemmeno questa considerazione è mia, ma il risultato di innumerevoli ricerche universitarie - ritengo che sarebbe una mossa intelligente agevolarlo nei suoi spostamenti e incentivare tutti coloro che possono permetterselo per età, salute e distanze da percorrere, a valutare l'opportunità di lasciare a casa l'auto in favore della bici.

L'ultima soluzione che propongo, e che sicuramente troverà d'accordo anche la sig.ra Elisabetta, è la tolleranza zero nei confronti di tutti gli utenti della strada che sgarrano, quindi anche verso gli automobilisti che parcheggiano sulle ciclabili (84 euro di multa e decurtazioni di 2 punti), chi supera i limiti di velocità (da 40 a 3000 euro e da 3 a 10 punti a seconda dell'entità del superamento), chi guida con il cellulare (148 euro e 5 punti; se recidivo in un biennio, sospensione della patente), chi non dà la precedenza ai pedoni sulle strisce (163 euro e 8 punti!). Proviamo a fare un mese di tolleranza zero? Secondo me si registrerebbe un repentino incremento di ciclisti…tutti cittadini incappati nel ritiro della patente!


firmato da Stefano, un cittadino (automobilista/ciclista/pedone) che si augura di incontrare sulla propria strada altrettanti cittadini rispettosi e tolleranti nei confronti degli altri utenti della strada e più inclini al cambiamento.


Si parla di